Cosa sono le fistole anali?

Radio Roma Capitale - Intervista al Prof. Massimo Mongardini

 

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(estratto dall'intervista)

Cosa sono le fistole anali?

Le fistole anali sono dei tramiti neoformati che mettono in comunicazione l'ano con il resto della cute perianale, sono delle situazioni estremamente particolari che hanno una particolarità, attraversano gli sfinteri dell'ano oppure sono semplicemente sottomucose.
Le fistole non sono uguali, abbiamo le fistole più semplici e le fistole cosiddette complesse, questa complessità o questa semplicità è legata al fatto che la fistola che è praticamente un canale di necessità che consente all'organismo di svuotare degli ascessi che spesso si verificano quando c'è un'infezione di quelle che sono le ghiandole perianali, oppure altra tipologia di fistola che sono collegata una malattia infiammatoria cronica come ad esempio il morbo di Crohn la rettocolite ulcerosa che hanno un'altra eziopatogenesi quindi un'altra causa ma l'effetto è sempre lo stesso.
Quindi manteniamo questo fatto: la fistola è una malattia che può essere anche cronica che porta praticamente fuori queste secrezioni di queste ghiandole che impazziscono dischiudono i canali escretori interni, l'ascesso è la manifestazione acuta quando questa fistola non drena più e abbiamo l'ascesso.

Quali tipologie di fistole anali esistono e sono tutte uguali?

No sono diverse; quella che attraversa i muscoli, che sono quelle più complesse perché per essere asportata c'è necessità di affrontare il percorso intermuscolare quindi indebolendo i muscoli ed arrivando quindi fino, se il tratto è molto importante, ad allentare i muscoli, quindi c'è un rischio di incontinenza fecale; rischio che deve essere assolutamente evitato per fare in modo che il paziente dopo aver risolto la fistola e l'ascesso ovviamente non abbia un incontinenza fecale.
Molto frequentemente quando andiamo a trattare le fistole complesse ad esempio poniamo dei drenanti, ad esempio un filo di seta o un tubicino in caucciù che consente alla fistola di svuotarsi bene e man mano guarendo ci consente in un secondo tempo di toglierlo, di rimuoverlo oppure di creare una situazione tale per cui la fistola ben svuotata e l'ascesso guarito o ridotto ai minimi termini consente un intervento mini invasivo.

il “sacchetto” è l’ultima spiaggia?

Il sacchetto è l'ultima spiaggia quando abbiamo ascessi devastanti, molto spesso legati a malattie infiammatorie croniche, per cui tutta la continuità degli sfinteri è minata da questi tramiti fistolosi multipli e allora il sacchetto diventa importante perché, consentendo una diversione quindi un allontanamento delle feci da quella zona consente, sia il sacchetto provvisorio che in altre situazioni (poche per l'amor del cielo!) il sacchetto definitivo, consente di guarire una situazione che altrimenti non vede risoluzione.

la fistola spesso è recidiva

Le fistole ad esempio hanno il brutto vizio di recidivare, si operano specialmente quelle complesse, quelle che hanno un decorso sottominato all'interno dei muscoli, alcune volte tutta la struttura diventa fibrotica, gli sfinteri iniziano a non funzionare più bene e allora il sacchetto diventa l'ultima spiaggia; nel senso che consente un buon controllo le feci.

In casi limitati si ricostruisce l’ano

In casi limitati, teniamo presente che è meglio un sacchetto di un ano non continente quando non c'è più possibilità di ricostruirlo, perché noi molto spesso nelle fistole più complesse portiamo via la fistola e contemporaneamente oppure in un secondo intervento ricostruiamo gli sfinteri. avendo pratica particolare con queste strutture muscolari abbiamo una esperienza con numeri elevati che ci consente di avere discreti successi.