Rettocolite Ulcerosa – RCU (Colite Ulcerativa - UC)

Definizione | Causa | Sintomi | Diagnosi | Terapia | Rischio

Definizione

La rettocolite ulcerosa (RCU) è una malattia infiammatoria cronica (nel senso che accompagna il paziente per tutta la sua vita) che può interessare inizialmente il retto ma può estendersi fino anche a tutto il colon: per questo motivo il nome originale di rettocolite ulcerosa si è andato trasformando in colite ulcerativa (ulcerative colitis o UC). Come il Morbo o Malattia di Crohn la rettocolite ulcerosa appartiene ad un gruppo di malattie intestinali definite MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI o MICI: queste malattie hanno sintomi molto simili ma segmenti dell’intestino coinvolti differenti, per distretto e per coinvolgimento della parete del viscere (limitato ad alcuni strati o a tutto spessore). La rettocolite ulcerosa rappresenta il 55% di tutte le forme di MICI, seguita dalla Malattia di Crohn e, a distanza, da altre forme di malattie infiammatorie croniche non classificate.

Causa

Le cause della rettocolite ulcerosa fino a poco tempo fa erano francamente sconosciute. Attualmente si sta ipotizzando un coinvolgimento del sistema immunitario che identifica come “nemico” una porzione del viscere interessato e/o di un componente della flora batterica intestinale; si tratterebbe, quindi, di una attivazione sregolata del nostro sistema immunitario che combatte una parte del nostro organismo causando danni ingenti; questo avverrebbe in particolare in persone geneticamente predisposte (esiste quindi una sorta di predisposizione familiare): molte alterazioni del nostro DNA sono associate alla rettocolite ulcerosa. Ruolo importante gioca la dieta: i grassi di origine animale sono associati ad una maggiore incidenza di malattia; per contro, l’uso regolare di fibre sembrerebbe contrastarla.

Sintomi

Sintomo più frequente di rettocolite ulcerosa la diarrea, spesso associata alla presenza di sangue. I movimenti intestinali (peristalsi) sono molto vivaci e si accompagnano a coliche addominali, urgenza defecatoria, emissione di muco, tenesmo rettale (contrazione importante e dolorosa degli sfinteri anali con associato stimolo evacuatorio senza emissione di feci), talvolta incontinenza. La comparsa dei sintomi è graduale ma sempre ingravescente e la fase acuta può durare anche diverse settimane. La severità dei sintomi può variare da lieve a severa fino ad una vera e propria disabilità totale con più di 10-20 scariche al giorno con dolori addominali e sanguinamento anche anemizzante con conseguente dispnea (difficoltà alla respirazione con elevata frequenza respiratoria) e palpitazioni. Può anche comparire febbre, perdita di peso, stanchezza o facile affaticamento. La malattia è frequentemente caratterizzata dall’alternanza di periodi di pieno benessere a periodi di riaccensione sintomatologica.

Diagnosi

La diagnosi di rettocolite ulcerosa si basa sui sintomi clinici e deve essere confermata da rilievi oggettivi forniti da endoscopia e riscontro istologico. La radiologia tradizionale (Rx addome) non aiuta nelle forme lievi ma può identificare in alcuni casi assottigliamento della mucosa legato all’edema, dilatazione del colon, costipazione. Più utile, specialmente nelle forme severe con diagnosi istologica già perfezionata, la TC o la RM con informazioni utilissime sullo spessore della parete dell’intestino coinvolto e sui quadri associati di versamento o linfonodopatie, indicazioni fondamentali per una eventuale terapia chirurgica. Fondamentale la diagnosi differenziale con la malattia di Crohn, con le coliti ischemiche, le procto-coliti attiniche (da radioterapia), le coliti da farmaci, le coliti infettive: importante una corretta diagnosi in particolare per la terapia medica, la pianificazione chirurgica, la sorveglianza per il rischio di cancro, la prognosi.

Terapia

La terapia di prima scelta è sostanzialmente farmacologica: i farmaci (Mesalazina, cortisone, terapie immunosoppressive, farmaci biologici) vengono selezionati in base all’entità dei sintomi, alla localizzazione della malattia (se limitata al retto, al colon sinistro o estesa a tutto il colon), al comportamento ed alla evolutività dell’affezione. Si deve sempre considerare la possibilità dell’intervento chirurgico (specialmente in caso di coliti estese) per l’elevato rischio di insorgenza di cancro colo-rettale e per l’elevata incidenza di complicanze. Tra gli interventi chirurgici eseguiti, in base alla gravità della malattia si annovera la Colectomia con ileo-rettoanastomosi (si lascia il retto, principale bersaglio della malattia, con il razionale di curarlo localmente in modo più energico, intervento meno invasivo ma molto meno efficace), proctocolectomia totale con ileostomia definitiva (si toglie tutto il colon con il retto e si esegue una stomia addominale definitiva con l’ileo), proctocolectomia restaurativa con ileo-anastomosi o ileo-pouch (si ricongiunge l’ileo all’ano con la “costruzione” di una pouch o serbatoio ottenuto ripiegando più volte l’intestino su se stesso ed aprendone i setti).

Rischio

Tra i rischi più rilevanti la possibile degenerazione della malattia in un cancro. Per questo motivo è fondamentale la sorveglianza endoscopica continua e ripetuta nel tempo. Altri rischi o complicanze della rettocolite ulcerosa: il megacolon tossico (5-10% dei casi), responsabile di un danno irreversibile dei plessi nervosi mio-enterici con paralisi e blocco intestinale, la perforazione intestinale (3% dei casi), frequente in pazienti con una importante dilatazione del viscere, l’emorragia (3-5% dei casi), controllabile farmacologicamente ma, se importante, da richiedere l’intervento chirurgico in urgenza.


Autore: Prof. Massimo MONGARDINI